Accesso ai servizi

Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita



Area visitabile - sempre aperta
ingresso gratuito


IndirizzoIndirizzo: Via Tettamanzi

TelefonoTelefono: 0323.587022

Parlare della storia della Chiesa Parrocchiale è come raccontare l'itinerario di un paese che attorno al suo Tempio, fin dal lontano 1500, ha segnato e scandito i momenti del suo cammino.
La nuova Chiesa Parrocchiale, voluta dal Parroco di allora, fu costruita perché quella vecchia era piccola, fatiscente e stretta tra stradine e case che quasi la soffocavano e le impedivano ogni ulteriore ampliamento. Così dal 1938 al 1944, a Premeno un popolo animato da fede, coraggio e abnegazione, sotto la guida del suo Parroco, innalzava a Dio un Tempio grandioso per dimensioni e splendore.
L'idea di costruire la nuova Chiesa venne già nel 1930 al Parroco don Domenico Colli, come risulta da una lettera inviata il 19 febbraio 1934 al Podestà arch. Pasquale Tettamanzi. In un primo momento si pensò di utilizzare l'area della Chiesa esistente, che sarebbe stata demolita e ricostruita lì vicino, allargando la strada a fianco.
A sostegno della sua idea, don Domenico portava il miglioramento della viabilità e la possibilità di creare nuovi posti di lavoro, in un momento di diffusa disoccupazione.
Il preventivo, che comprendeva oratorio e casa parrocchiale, su progetto degli architetti Mainetti e Tettamanzi, era di circa 250.000 lire.
Tale progetto venne approvato, e l'Amministrazione Comunale deliberò di contribuire alla costruzione con 20.000 lire. Tutte le autorizzazioni richieste vennero concesse, ma a questo punto il problema più urgente era la raccolta dei fondi necessari, ed ecco quindi don Domenico darsi da fare: paesani e villeggianti avevano risposto subito all'appello, tanto che nel dicembre 1935 erano già state raccolte 100.000 lire.
Nelle carte dell'epoca si trova una lettera del Podestà che accompagna una domanda a Sua Altezza Reale la Principessa di Piemonte: "Il signor Parroco, nell'intento di arrivare all'esaudimento delle aspirazioni, ha chiesto l'alto concorso che certo sarà di incitamento alla popolazione locale ed ai Signori Villeggianti per ottenere una nuova prova del loro interessamento per il compimento di un'opera voluta per il miglior esercizio del Culto e per decoro del paese." Ma la richiesta non venne esaudita.
Nel 1936 don Domenico e i Premenesi cambiarono idea; in una lettera del 31 marzo, sempre al Podestà, è scritto che:

i fondi raccolti non consentono di costruire contemporaneamente Chiesa e casa parrocchiale sull'area attuale;
"la maggioranza della popolazione indigena e villeggiante desidera che la nuova chiesa abbia a sorgere in un'altra località";
la Consulta parrocchiale ha deliberato di erigere la nuova Chiesa sopra un'area più rispondente alla dislocazione attuale del paese;
i proprietari del terreno in regione Pavello sono già d'accordo a vendere quegli appezzamenti che fossero necessari per la costruzione della Chiesa;
il Vescovo di Novara ha dato parere favorevole all'acquisto.
In risposta il Podestà delibera di confermare il finanziamento al nuovo progetto, "purchè la costruzione abbia orientamento da sud a nord onde evitare eccessivi impedimenti alle visuali panoramiche delle proprietà private sorgenti a nord".
I lavori vengono affidati all'Impresa di Costruzioni Romeo Tallachini di Baveno. Per i fondi il Ministero dell'Interno concede 5.000 lire; l'8 dicembre il Prefetto di Novara comunica al Podestà che il Duce ha concesso un contributo personale di 20.000 lire; nel 1940 poi ancora il Ministero concede altre 6.000 lire.
L'idea originale è stata più volte corretta: venne infatti abbandonata l'idea iniziale di una duplice Chiesa, estiva (superiore, più ampia) ed invernale (inferiore, in parte interrata, più piccola e facile da riscaldare), con annessa la casa parrocchiale, che quindi rimase dov'è ancora oggi.
La benedizione della Prima Pietra avvenne nel pomeriggio del lunedì di Pasqua, il 18 aprile 1938.
A settembre metà costruzione era già compiuta, ma nel gennaio 1939 il preventivo era già stato superato di oltre 150.000 lire, e benché a settembre l'esterno fosse praticamente ultimato, si dovettero interrompere i lavori, sia per la mancanza di fondi sia per l'incombere della guerra.
Dall'agosto 1941 si riuscì a proseguire: nel febbraio 1943 si spostarono dalla vecchi chiesa alla nuova l'Altar Maggiore e la balaustra, poi venne completato il pavimento a mosaico e si acquistarono i primi banchi. Ma le spese effettive avevano superato notevolmente il preventivo iniziale, tanto che nel marzo 1943 una delibera del Podestà, poi annullata, dopo aver constatato che "la maggiore importanza voluta dare all'edificio del culto rispetto al primo progetto presentato ha portato ad un impegno tre volte superiore al preventivato", stabiliva di mantenere l'impegno di finanziare con 20.000 lire la costruzione, ma di assegnare l'ultima rata di 10.000 lire "dopo un anno che la nuova chiesa sia stata adibita al culto e all'atto della consegna da parte della parrocchia dell'area a nord della vecchia chiesa da demolirsi, da assegnarsi al miglioramento della viabilità pubblica in quella zona."
Il giorno 10 aprile 1944 la nuova Chiesa parrocchiale fu consacrata.
Nel corso degli anni tutti i parroci, i premenesi, i villeggianti hanno voluto la Chiesa sempre più bella: così venne affrescato il Battistero, la Cappella della Madonna del S. Rosario fu arricchita da una pala marmorea, tutta l'abside coll'arco trionfale venne decorata con motivi del Vecchio e del Nuovo Testamento, si completò la Cappella del Sacro Cuore, chiusa dalla splendida cancellata che il fabbro di Premeno, Angelo Perelli Rocco, forgiò con tanta passione. Nell'abside vennero collocate la statua della Madonna del Rosario, con gli angioletti più tardi rubati e poi rifatti, e due grandi tele: il "martirio di Santa Margherita" e la "Incoronazione della Vergine".
Quando la chiesa compì 30 anni, don Carlo propose la sistemazione dell'altare, non più rispondente alle esigenze della nuova liturgia e sistemato provvisoriamente fin dal 1965: i lavori iniziarono nel gennaio 1986, ma già l'estate stessa, in occasione della Festa Patronale, il Vescovo Ausiliare di Milano Mons. Saldarini potè consacrare il nuovo altare.La Chiesa di Premeno fu elevata a Chiesa Sacramentale nel 1767; ma solo nel 1819 fu eretta in Parrocchia, e ciò per opera principalmente del sacerdote D. Luigi Antongini, il quale da Pieve Vergonte, dov'era Prevosto, ridottosi ad abitare a Premeno, dove la sua famiglia aveva fondi e casa di villeggiatura, a tutt'uomo si adoperò a tale erezione: ed egli ebbe l'onore di essere il primo parroco di Premeno. Il Prevosto Antongini era uomo di gran talento e stimato assai, e la sua memoria si ricorda con amore fra il popolo. Egli moriva il 12 settembre 1827 d'anni 66.
Secondo Parroco di Premeno fu il suo parente D. Giuseppe Antongini, già vice-parroco di Esio, morto il 6 maggio 1846 per malore improvviso. Aveva 69 anni. Di carattere buono e faceto, godeva intrattenersi affabilmente con tutti e specialmente coi piccoli, dei quali amava l'innocenza e la semplicità. Egli istituì un legato per mantenere nei Seminari di Novara un giovinetto, che per coltura di mente e bontà di vita mostrasse vocazione al sacerdozio.
Quando non vi fosse alcuno della sua famiglia ad usufruirne, il legato passerebbe ad altri. Attualmente usufruisce di tale beneficenza il chier. Antonio Caretti di Premeno. In Seminario studia pure un altro giovinetto di Premeno, il chierico Perelli Bartolomei Antonio.
Terzo Parroco di Premeno fu il compianto Don Paolo Minola di Binda sopra Stresa. Egli governò saggiamente la Parrocchia per 41 anni (1846-1887). Bravo oratore, direttore eccellente delle anime sulla via della pietà e della divozione, da' suoi parrocchiani e da quelli dei vicini paesi era amato e rispettato come l'uomo del Signore. L'unico suo divertimento era il roccolo, posto a levante di Premeno su di un colle, donde lo sguardo spazia nei dintorni. Là, durante l'autunno, ei viveva come un eremita; là attendeva alla preghiera e allo studio. Morì d'anni 66 il 12 marzo 1887.
Imponenti e commoventissimi furono i suoi funerali. La sua memoria vivrà in benedizione.
Dell'attuale Parroco D. Gaudenzio Minazzoli, che è il quarto in ordine cronologico, parliamo in occasione delle molte opere da lui compite dall'agosto 1887 fino al presente a prò della Chiesa, della casa Parrocchiale e degli Oratori. La sua modestia ci interclude la via ad aggiungere altro sul suo conto. Dio lo conservi per lunghi anni al bene e all'amore del suo popolo.
Facciamo voti che egli possa erigere davanti alla chiesa un atrio, il cui disegno fu compiuto dal Cav. Sac. D. Ercole Marietti di Galliate. Facciamo pur voti che egli abbia il conforto di riaprire l'asilo, che per tre anni fece sì buona prova a Premeno.
La coadiutoria di Premeno venne formata con un legato di Messe lasciato dal sig. Isidoro Moretti verso il 1820, al quale alcuni negozianti di vino aggiunsero tanto da formare una rendita sufficiente per un Benefizio. I Coadiutori di Premeno furono: D. Arcangelo Tonelli che fu poi investito del benefizio di Pollino, D. Francesco Moriggia, D. Luigi Ferini Strambi, D. Pietro De Vincenti, D. Giulio Ceretti e D. Pietro Zamponi. Questi dal 20 giugno 1857 edificò i premenesi colle sacerdotali sue virtù sino al 31 ottobre 1885, nel quale tempo si recò ad abitare a Pieggio come cappellano coadiutore di Oggebbio.






1 / 5Foto
2 / 5Foto 2
3 / 5Foto 3
4 / 5Foto 4
5 / 5Foto 5
Foto
Foto 2
Foto 3
Foto 4
Foto 5