Descrizione
Le Origini
L'arco alpino geologicamente si è formato durante l'era terziaria (esattamente nella terza fase che è detta oligocenica); l'attuale sistemazione è però da attribuirsi all'era quaternaria, caratterizzata dalla comparsa sulla terra dell'Homo Sapiens. In particolare le montagne intorno al Lago Maggiore sono un arco morenico lasciato dai ghiacciai mentre si ritiravano. La conca lasciata libera dai ghiacci riempì poi d'acqua formando un solo lago che successivamente si suddivise almeno in tre: Maggiore, d'Orta, e Mergozzo.
I primi insediamenti umani di cui si abbia notizia nel territorio di Premeno risalgono all'età del bronzo e consistono in sei tombe ad incinerazione funeraria contenenti urne e bracciali. La tipologia di queste tombe ed i materiali in esse contenuti le avvicina alle necropoli dei campi di urne della Germania e della zona del Danubio ed a quelle scoperte a S.Jorio di Locarno e a Glisente di Castelletto Ticino, appartenenti, queste ultime, all'epoca culturale di Canegrate.
Questi ritrovamenti ci mostrano il passaggio di questa popolazione attraverso l'Europa ed aggiungono alla catena di scoperte un nuovo anello formatosi dopo l'attraversamento delle Alpi e prima dello stanziamento a cavallo del Ticino.
Si può supporre che questo popolo abbia percorso una strada che seguiva a quote elevate tutta la riva occidentale del lago Maggiore, costituendo una serie di piccoli centri abitati.
PREMENO, per la sua posizione e le sue caratteristiche naturali, rappresentava sicuramente il luogo ideale per un piccolo villaggio. Questo è dimostrato dal fatto che anche in età romana a Premeno si ebbe una stazione piuttosto importante: 50 anni fa furono infatti ritrovate, non lontano dalla necropoli cineraria salendo verso San Salvatore, undici tombe di soldati romani con anforette e monete di Faustina, Marco Aurelio ed Antonino Pio, risalenti al I secolo dopo Cristo.
In tempi più recenti la prima notizia sicura di Premeno si ha nel 1373, epoca in cui è citato tra i paesi della Valle Intrasca accettanti lo Statuto dei Visconti di Milano e dipendenti civilmente dalla degagna di S.Martino. Religiosamente dipendeva invece dalla degagna di S.Maurizio fino al 1819, anno in cui la chiesa di Premeno venne eretta in Parrocchia, dedicata a Santa Margherita V.M. e sostenuta economicamente dalla famiglia Antongini.
La tradizione popolare assegna come capostipite dei premenesi un soldato spagnolo di nome Perillos, rifugiatosi su queste alture. Il cognome più diffuso è infatti ancora oggi Perelli, accompagnato però da un'altra particella, derivante probabilmente dai soprannomi che venivano loro dati per distinguere le varie famiglie. Abbiamo così i Perelli Bartolomei, i Perelbi Cazzola, i Perelli Cippo, i Perelli Ercolini, i Perelli Minetti, i Perelli Paradisi i Perelli Pelati, i Perelli Rocco.
Il Nome
Non ci sono notizie precise sulle origini del nome di Premeno; si dice però da sempre che gli abitanti di "Porteia", antico borgo situato sopra Albagnano, si trasferirono più in alto, e cioè qui, a causa delle imposte troppo alte che dovevano pagare all'imperatore romano, e diedero al luogo il nome di PREMENO da "prato ameno".
Si dice anche che questi stessi abitanti si siano trasferiti qui a causa dei fertili pascoli e che dal dialettale "a preè nemm", col significato di "andiamo al prato", sia poi derivato appunto PREMENO.
L'arco alpino geologicamente si è formato durante l'era terziaria (esattamente nella terza fase che è detta oligocenica); l'attuale sistemazione è però da attribuirsi all'era quaternaria, caratterizzata dalla comparsa sulla terra dell'Homo Sapiens. In particolare le montagne intorno al Lago Maggiore sono un arco morenico lasciato dai ghiacciai mentre si ritiravano. La conca lasciata libera dai ghiacci riempì poi d'acqua formando un solo lago che successivamente si suddivise almeno in tre: Maggiore, d'Orta, e Mergozzo.
I primi insediamenti umani di cui si abbia notizia nel territorio di Premeno risalgono all'età del bronzo e consistono in sei tombe ad incinerazione funeraria contenenti urne e bracciali. La tipologia di queste tombe ed i materiali in esse contenuti le avvicina alle necropoli dei campi di urne della Germania e della zona del Danubio ed a quelle scoperte a S.Jorio di Locarno e a Glisente di Castelletto Ticino, appartenenti, queste ultime, all'epoca culturale di Canegrate.
Questi ritrovamenti ci mostrano il passaggio di questa popolazione attraverso l'Europa ed aggiungono alla catena di scoperte un nuovo anello formatosi dopo l'attraversamento delle Alpi e prima dello stanziamento a cavallo del Ticino.
Si può supporre che questo popolo abbia percorso una strada che seguiva a quote elevate tutta la riva occidentale del lago Maggiore, costituendo una serie di piccoli centri abitati.
PREMENO, per la sua posizione e le sue caratteristiche naturali, rappresentava sicuramente il luogo ideale per un piccolo villaggio. Questo è dimostrato dal fatto che anche in età romana a Premeno si ebbe una stazione piuttosto importante: 50 anni fa furono infatti ritrovate, non lontano dalla necropoli cineraria salendo verso San Salvatore, undici tombe di soldati romani con anforette e monete di Faustina, Marco Aurelio ed Antonino Pio, risalenti al I secolo dopo Cristo.
In tempi più recenti la prima notizia sicura di Premeno si ha nel 1373, epoca in cui è citato tra i paesi della Valle Intrasca accettanti lo Statuto dei Visconti di Milano e dipendenti civilmente dalla degagna di S.Martino. Religiosamente dipendeva invece dalla degagna di S.Maurizio fino al 1819, anno in cui la chiesa di Premeno venne eretta in Parrocchia, dedicata a Santa Margherita V.M. e sostenuta economicamente dalla famiglia Antongini.
La tradizione popolare assegna come capostipite dei premenesi un soldato spagnolo di nome Perillos, rifugiatosi su queste alture. Il cognome più diffuso è infatti ancora oggi Perelli, accompagnato però da un'altra particella, derivante probabilmente dai soprannomi che venivano loro dati per distinguere le varie famiglie. Abbiamo così i Perelli Bartolomei, i Perelbi Cazzola, i Perelli Cippo, i Perelli Ercolini, i Perelli Minetti, i Perelli Paradisi i Perelli Pelati, i Perelli Rocco.
Il Nome
Non ci sono notizie precise sulle origini del nome di Premeno; si dice però da sempre che gli abitanti di "Porteia", antico borgo situato sopra Albagnano, si trasferirono più in alto, e cioè qui, a causa delle imposte troppo alte che dovevano pagare all'imperatore romano, e diedero al luogo il nome di PREMENO da "prato ameno".
Si dice anche che questi stessi abitanti si siano trasferiti qui a causa dei fertili pascoli e che dal dialettale "a preè nemm", col significato di "andiamo al prato", sia poi derivato appunto PREMENO.
L'economia
Centro turistico
Per Secoli Premeno ha impostato la propria vita economica sull'agricoltura montana e sulla pastorizia. Questo sino alla seconda metà del XIX secolo quando le qualità ambientali sono diventate molla del suo sviluppo Turistico.
Il turismo nell'Alto Verbano ha origini antiche e Premeno, con la sua secolare tradizione di ospitalità, è oggi il luogo privilegiato del turismo montano del territorio.
A partire dal 1870 molti "possidenti milanesi" lo hanno scelto come luogo di villeggiatura. Sono sorte così ville grandiose ed eleganti come villa Calvi, le ville Bonomi, villa Murari, villa Bernocchi (proprietà del comune) e le numerose ville fatte costruire dal senatore Luigi Mangiagalli che fu importantissimo protagonista della vita sociale e politica premenese.
Fondò l'asilo infantile ai primi del '900, riordinò la rete stradale e soprattutto, insieme all'Ing.Pariani, pensò e realizzò nel 1926 la ferrovia intra-Premeno che lanciò definitivamente Premeno come stazione turistica estiva ed anche invernale grazie ai campi da sci creati a Pian di Sole.
Nel 1903 sorse a Premeno il primo campo da tennis in terra rossa d'Italia e nel 1965 è stato riaperto un campo da golf a nove buche che era già in funzione negli Anni '30. Attualmente Premeno ospita 7.000 persone all'anno, il 70% delle abitazioni è costituito da seconde case o case di vacanza.
Sono presenti 5 grandi alberghi, 1 campeggio ben attrezzato, una decina di ristoranti e bar ed una vasta gamma di strutture per il tempo libero tra cui un campo da golf, campi da tennis, un campo di calcio, due piscine, un percorso vita, parchi gioco per bambini, una serie di sentieri ben curati e campi da sci.
Agricoltura e prodotti
La professione dominante a Premeno è l'agricoltura, la quale è favorita dal suolo ubertoso e ben esposto. A Premeno si coltivano circa quattrocento ettari di terreno a segale, canape, orzo e pomi di terra. Vi alligna ogni sorta di cereali. Alcuni coltivi al Bagno e nei pressi di Pollino sono di presente ridotti a prati, non già perché manchino le braccia, ma si perché i campi rendono poco e la gente si da ad altre più profittevoli occupazioni o abbandona il paese per girsene all'estero in cerca di guadagno. La risorsa principale si ha dalle castagne e dal bestiame. Il fieno sarebbe più abbondante, se non vi fosse il cosiddetto museo, chiamato comunemente muffa, il qual musco, se al villeggiante rende soffici I verdi tappeti all'intorno, al padrone arreca non lieve danno, sostituendosi all'erba e impedendo che l'acqua penetri nella terra.
Ci vorrebbe un dissodamento: ma I più rifuggono da tanta fatica, mentre d'altra parte le piante di castagno li ricompensano col frutto e con la legna e l'estensione dei prati sopperisce alla poca loro produttività. La vite e il fico a stento maturano a Premeno. Invece il pero, il melo, il noce e il ciliegio vi riescono a meraviglia. La montagna poi produce a iosa lamponi, more, fragole, orioni, nespole e via dicendo. Le bacche del ginepro danno alimento agli uccelli nella fredda stagione, e la stessa pianta di ginepro, durante l'inverno, rompe la monotonia delle zolle alpine col suo bei verde e procura al montanaro della buona legna gratuita insieme a ginestre e noccioli, mentre il fieno selvatico e l'erica e le felci prestano Foraggio e letto al suo bestiame e buon fimo ai suoi campi.
E' pur fortunato l'abitatore dei monti! Egli con poca spesa compera della terra, edifica la sua casetta, mantiene una o due mucche e alcune pecore; paga direttamente le tasse al governo, è padrone del terreno che coltiva, ha molli vantaggi sul terreno del Comune. Ci scommetto che, se appena appena è regolalo, avanza qualche somma per la vecchiaia. Per me non vale il proverbio: Loda il monte e tieni al piano, lo griderò sempre: Viva la montagna! Eppoi l'aria, l'acqua e la vista son cose prelibate sui monti. Fin da piccolo ho sempre amato i giochi alpestri; e ringrazio la provvidenza che abbia disposto il mio ritorno fra essi...
Alcuni sono d'opinione che molti e molti secoli fa I nostri monti fossero coperti di larici, d'abeti e di pini. Anche a Premeno, al Pian dell'Omm, comunemente chiamato Pian Quagèe, si scopersero alcuni grossi tronchi di larici sepolti in mezzo alla torba. Comunque sia, pare che ai nostri di le vette dei monti si vogliano imboscare di piante conifere. Fin dal 1880 la società dei Reduci iniziò tali piantagioni sul Moncimolo e sull'Omm. La piantagione del Moncimolo appellasi bosco Roma, quella dell'Omm si chiama selva Garibaldi. Facciamo voli che l'esito corrisponda alla prova. Ciò tornerebbe di grande utile all'igiene e all'interesse dei Comuni.
Vi fu un tempo non lontano, in cui Premeno porgeva grato diletto ai cacciatori con pernici starne, beccacce, fagiani e lepri; ma purtroppo ai nostri giorni la selvaggina e divenuta assai rara. Per trovare un camoscio o una gazzella bisogna oggidì lare il giro delle più alte montagne. I minori uccelli poi diventano sempre più rari, e quindi I roccoli, I copertoni e la caccia con la civetta, per ora, hanno fatto sui monti il loro tempo. I lacci di frodo sulle alpi e la presa dei nidi per parte dei ragazzi ci hanno ridotto a tale che I nostri boschi più non risuonano dei grati concerti di merli, usignoli e capinere, e le terre sono invase da insetti, che divorano cereali e biade, mentre prima erano pasto dei cari pennuti.
Bruciale le panie e I lacci; rispettale I nidi!... Tale è il grido, che emette un fervido montanaro.
Alpeggi, Attività Rurali, Terrazzamenti
Gli alpeggi più alti del comune di Premeno sono situati sopra la Frazione Esio, verso Pian di Sole nella zona denominala "Medeè'': sono agglomerati di cascine e casere costruite con sassi del luogo e con tetti in piode; venivano utilizzate dagli abitanti di Esio nel periodo estivo.
Quelli utilizzati, sempre nel periodo estivo, sono invece collocati nella zona ad est del paese, sempre salendo verso Pian di Sole, denominata "Ustralia"; anche qui ci sono diverse cascine e casere sperse su un territorio con spazi erbosi circondati da boschetti. Le costruzioni sono sempre in sasso locale con I tetti in piode; ogni cascina ha lo spazio per ricoverare le bestie, sopra ci si metteva il fieno e l'erba, a lato un locale adibito a casera: spesso c'è un camino, e nell'angolo più freddo del locale il luogo per conservare il latte.
Altri alpeggi si trovano in località "Bagn", fra Premeno e Pollino, dove ancora oggi esistono allevamenti di bovini, ovini e pollame; ci sono, visto il terreno particolarmente fertile e il clima ragionevolmente mite, coltivazioni di ortaggi e patate; sono curati gli alberi da frutto specialmente ciliegi e meli: tipica di questo posto è la mela "ravasa": molto succosa e saporita, se conserva bene per tutto l'inverno.
Naturalmente su tutto il territorio comunale sono frequentissimi I castagni che danno moltissimi frutti. Oltre alle arcinote caldarroste (biscioch), vengono ancora fatte seccare sulla "grà" e gustate in inverno con il latte o utilizzate per marmellate e dolci fra cui il famoso Montebianco. I noci, una volta molto frequenti (tanto che si ricavava l'olio) sono ora in numero esiguo.
Mestieri ed Arti
La professione più comune a Premeno, lo notammo già, è l'agricoltura, ossia la coltivazione della terra. Peccato che per la configurazione del terreno I montanari siano costretti a portare sulle spalle I prodotti del suolo con gran discapito della loro complessione e con perdita di tempo! Però in certe località Potrebbero introdursi dei carretti a mano. Abitanti della montagna, a voi tocca introdurre quegli strumenti, che più sono adatti all'igiene e al risparmio di fatica e di tempo.
Un buon albergo è una vera provvidenza ovunque. A Premeno però si deve notare in proposito un caso che esce fuori della sfera comune. Intendo parlare del signor Emilio Brusa, che ebbe l'ardito pensiero di aprire in Premeno un albergo di primo ordine, l'Albergo Premeno. E vi riuscì. Nel 1873 aprì un lodatissimo albergo mediante una ferrea volontà e con ingenti spese. Detto albergo è rinomato per l'ottima cucina e recentemente fu ampliato di belle camere e vasto salone di conversazione con pianoforte, bigliardo, bagni e servizio di telegrafo.
A questo albergo ebbe eccellente ristoro e solenni accoglienze la Regina Margherita, quando vi saliva nell'autunno del 1887. Possa il signor Emilio trovare nella generosità dei ricchi signori un adeguato compenso alle fatiche ed ai sacrifìzi d'ogni specie, a cui dovette e deve sottostare.
In Premeno avvi inoltre il ristorante del Tornicco diretto dal sig. Carlo Perelli; vi sono osterie, dove al trattamento squisito corrisponde la modicità del prezzo. Un caffè e piccolo ristorante esiste pure vicino alla sorgente del Tornicco. Vi è un forno pel pane, una macelleria, non che varie posterie d'ogni sorta di generi commestibili.
Pochi a Premeno esercitano il mestiere di muratore, di scalpellino e di falegname. L'unico fabbro ferraio è Perelli Stefano, oriondo bensì di Premeno, ma abitante ad Albagnano. Fortunato lui, che ha trovato nel sig. Marmaglia un potente protettore!
L'arte del falegname vi è sostenuta con molto onore dal sig. Giovanni Brusa, fratello del sig. Emilio, quella del calzolaio dai signori Tamborini Luigi, Tamborini Carlo e Carelli Luigi. - Bravo sarto è il signor Tamborini Innocente; esperte cucitrici le signore Perelli Minetti Giovannina, Cerutti Ottavina Brusa, Caretti Margherita e Perelli Pelati Maria Tamborini. Tengono carri, cavalli e buoi pel trasporto I signori Giovanni Bosotti e Brusa Gerolamo.
Il carretto del sig. bottegaio Trincherini Carlo è continuamente in moto per provvedere a Premeno le cose più urgenti al vitto. Adempie l'ufficio di portalettere il signor Perelli Cippo Alessandro.
Lavori ingegnosissimi in legno, come sedili, tavoli, verande, ecc. eseguisce il sig. Perelli Paradisi Bartolomeo.
Arte nobile e di studio non comune è quella del giardiniere, e quest'arte a Premeno ebbe vari cultori col moltiplicarsi dei giardini. Il sig. Perelli Cazzola Luigi, già sindaco, diè prova di valentia non comune coll'educare nelle serre del giardino Perelli ora Pasta quella vaga schiera de' fiori, che poi di estate rallegrano la vista e profumano l'aria di soavi essenze. Vengono in seguito e sono particolarmente lodati I signori: Giovanni Cerutti, giardiniere di casa Frova, agrimensore e già conciliatore; Luigi Cerutti figlio del precedente, giardiniere di casa Marsaglia; Perelli Pelati Ferdinando, giardiniere di casa Bernardoni ed altri. I fiori più delicati e peregrini, mediante le loro assidue e intelligenti cure, si conservano a meraviglia.
Artigianato
Come forma di artigianato esiste la lavorazione del legno, specialmente nella frazione di Esio; si realizzano attrezzi per l'agricoltura come gerli (sciuvrun, sciuvratt, sciuvrate e gàule), rastrelli, cesti, cestini (cavagnit), taglieri, cucchiai fra cui la "masne" per mescolare la polenta.
Purtroppo con l'abbandono degli antichi lavori certi attrezzi non si fabbricano più, come la "penage", ovvero la zangola per fare il burro e quelle stupende formelle di legno intarsiato per modellarlo.
Altre forme di artigianato sono la lavorazione del rame, in minima parte della pietra, e del ferro battuto.
Attività Florovivaistiche
Le attività florovivaistiche sono abbastanza in espansione.
Fin dal secolo scorso Premeno vantava giardinieri esperti e valenti, grazie alla presenza dei numerosi e vasti giardini e parchi dotati di serre attrezzate, creati dai proprietari delle maggiori ville. Ora questa attività prosegue fiorentemente dando lavoro a parecchie persone.
Localmente si creano azalee, gerani, stelle di Natale ed altri fiori.
Fauna
Da alcuni anni sono presenti nei nostri boschi varie famiglie di caprioli, alcuni esemplari di cervi e parecchie volpi che frequentano sempre più spesso giardini e centri abitati; diffusi sono I rapaci notturni, I ricci e qualche vipera.
Centro turistico
Per Secoli Premeno ha impostato la propria vita economica sull'agricoltura montana e sulla pastorizia. Questo sino alla seconda metà del XIX secolo quando le qualità ambientali sono diventate molla del suo sviluppo Turistico.
Il turismo nell'Alto Verbano ha origini antiche e Premeno, con la sua secolare tradizione di ospitalità, è oggi il luogo privilegiato del turismo montano del territorio.
A partire dal 1870 molti "possidenti milanesi" lo hanno scelto come luogo di villeggiatura. Sono sorte così ville grandiose ed eleganti come villa Calvi, le ville Bonomi, villa Murari, villa Bernocchi (proprietà del comune) e le numerose ville fatte costruire dal senatore Luigi Mangiagalli che fu importantissimo protagonista della vita sociale e politica premenese.
Fondò l'asilo infantile ai primi del '900, riordinò la rete stradale e soprattutto, insieme all'Ing.Pariani, pensò e realizzò nel 1926 la ferrovia intra-Premeno che lanciò definitivamente Premeno come stazione turistica estiva ed anche invernale grazie ai campi da sci creati a Pian di Sole.
Nel 1903 sorse a Premeno il primo campo da tennis in terra rossa d'Italia e nel 1965 è stato riaperto un campo da golf a nove buche che era già in funzione negli Anni '30. Attualmente Premeno ospita 7.000 persone all'anno, il 70% delle abitazioni è costituito da seconde case o case di vacanza.
Sono presenti 5 grandi alberghi, 1 campeggio ben attrezzato, una decina di ristoranti e bar ed una vasta gamma di strutture per il tempo libero tra cui un campo da golf, campi da tennis, un campo di calcio, due piscine, un percorso vita, parchi gioco per bambini, una serie di sentieri ben curati e campi da sci.
Agricoltura e prodotti
La professione dominante a Premeno è l'agricoltura, la quale è favorita dal suolo ubertoso e ben esposto. A Premeno si coltivano circa quattrocento ettari di terreno a segale, canape, orzo e pomi di terra. Vi alligna ogni sorta di cereali. Alcuni coltivi al Bagno e nei pressi di Pollino sono di presente ridotti a prati, non già perché manchino le braccia, ma si perché i campi rendono poco e la gente si da ad altre più profittevoli occupazioni o abbandona il paese per girsene all'estero in cerca di guadagno. La risorsa principale si ha dalle castagne e dal bestiame. Il fieno sarebbe più abbondante, se non vi fosse il cosiddetto museo, chiamato comunemente muffa, il qual musco, se al villeggiante rende soffici I verdi tappeti all'intorno, al padrone arreca non lieve danno, sostituendosi all'erba e impedendo che l'acqua penetri nella terra.
Ci vorrebbe un dissodamento: ma I più rifuggono da tanta fatica, mentre d'altra parte le piante di castagno li ricompensano col frutto e con la legna e l'estensione dei prati sopperisce alla poca loro produttività. La vite e il fico a stento maturano a Premeno. Invece il pero, il melo, il noce e il ciliegio vi riescono a meraviglia. La montagna poi produce a iosa lamponi, more, fragole, orioni, nespole e via dicendo. Le bacche del ginepro danno alimento agli uccelli nella fredda stagione, e la stessa pianta di ginepro, durante l'inverno, rompe la monotonia delle zolle alpine col suo bei verde e procura al montanaro della buona legna gratuita insieme a ginestre e noccioli, mentre il fieno selvatico e l'erica e le felci prestano Foraggio e letto al suo bestiame e buon fimo ai suoi campi.
E' pur fortunato l'abitatore dei monti! Egli con poca spesa compera della terra, edifica la sua casetta, mantiene una o due mucche e alcune pecore; paga direttamente le tasse al governo, è padrone del terreno che coltiva, ha molli vantaggi sul terreno del Comune. Ci scommetto che, se appena appena è regolalo, avanza qualche somma per la vecchiaia. Per me non vale il proverbio: Loda il monte e tieni al piano, lo griderò sempre: Viva la montagna! Eppoi l'aria, l'acqua e la vista son cose prelibate sui monti. Fin da piccolo ho sempre amato i giochi alpestri; e ringrazio la provvidenza che abbia disposto il mio ritorno fra essi...
Alcuni sono d'opinione che molti e molti secoli fa I nostri monti fossero coperti di larici, d'abeti e di pini. Anche a Premeno, al Pian dell'Omm, comunemente chiamato Pian Quagèe, si scopersero alcuni grossi tronchi di larici sepolti in mezzo alla torba. Comunque sia, pare che ai nostri di le vette dei monti si vogliano imboscare di piante conifere. Fin dal 1880 la società dei Reduci iniziò tali piantagioni sul Moncimolo e sull'Omm. La piantagione del Moncimolo appellasi bosco Roma, quella dell'Omm si chiama selva Garibaldi. Facciamo voli che l'esito corrisponda alla prova. Ciò tornerebbe di grande utile all'igiene e all'interesse dei Comuni.
Vi fu un tempo non lontano, in cui Premeno porgeva grato diletto ai cacciatori con pernici starne, beccacce, fagiani e lepri; ma purtroppo ai nostri giorni la selvaggina e divenuta assai rara. Per trovare un camoscio o una gazzella bisogna oggidì lare il giro delle più alte montagne. I minori uccelli poi diventano sempre più rari, e quindi I roccoli, I copertoni e la caccia con la civetta, per ora, hanno fatto sui monti il loro tempo. I lacci di frodo sulle alpi e la presa dei nidi per parte dei ragazzi ci hanno ridotto a tale che I nostri boschi più non risuonano dei grati concerti di merli, usignoli e capinere, e le terre sono invase da insetti, che divorano cereali e biade, mentre prima erano pasto dei cari pennuti.
Bruciale le panie e I lacci; rispettale I nidi!... Tale è il grido, che emette un fervido montanaro.
Alpeggi, Attività Rurali, Terrazzamenti
Gli alpeggi più alti del comune di Premeno sono situati sopra la Frazione Esio, verso Pian di Sole nella zona denominala "Medeè'': sono agglomerati di cascine e casere costruite con sassi del luogo e con tetti in piode; venivano utilizzate dagli abitanti di Esio nel periodo estivo.
Quelli utilizzati, sempre nel periodo estivo, sono invece collocati nella zona ad est del paese, sempre salendo verso Pian di Sole, denominata "Ustralia"; anche qui ci sono diverse cascine e casere sperse su un territorio con spazi erbosi circondati da boschetti. Le costruzioni sono sempre in sasso locale con I tetti in piode; ogni cascina ha lo spazio per ricoverare le bestie, sopra ci si metteva il fieno e l'erba, a lato un locale adibito a casera: spesso c'è un camino, e nell'angolo più freddo del locale il luogo per conservare il latte.
Altri alpeggi si trovano in località "Bagn", fra Premeno e Pollino, dove ancora oggi esistono allevamenti di bovini, ovini e pollame; ci sono, visto il terreno particolarmente fertile e il clima ragionevolmente mite, coltivazioni di ortaggi e patate; sono curati gli alberi da frutto specialmente ciliegi e meli: tipica di questo posto è la mela "ravasa": molto succosa e saporita, se conserva bene per tutto l'inverno.
Naturalmente su tutto il territorio comunale sono frequentissimi I castagni che danno moltissimi frutti. Oltre alle arcinote caldarroste (biscioch), vengono ancora fatte seccare sulla "grà" e gustate in inverno con il latte o utilizzate per marmellate e dolci fra cui il famoso Montebianco. I noci, una volta molto frequenti (tanto che si ricavava l'olio) sono ora in numero esiguo.
Mestieri ed Arti
La professione più comune a Premeno, lo notammo già, è l'agricoltura, ossia la coltivazione della terra. Peccato che per la configurazione del terreno I montanari siano costretti a portare sulle spalle I prodotti del suolo con gran discapito della loro complessione e con perdita di tempo! Però in certe località Potrebbero introdursi dei carretti a mano. Abitanti della montagna, a voi tocca introdurre quegli strumenti, che più sono adatti all'igiene e al risparmio di fatica e di tempo.
Un buon albergo è una vera provvidenza ovunque. A Premeno però si deve notare in proposito un caso che esce fuori della sfera comune. Intendo parlare del signor Emilio Brusa, che ebbe l'ardito pensiero di aprire in Premeno un albergo di primo ordine, l'Albergo Premeno. E vi riuscì. Nel 1873 aprì un lodatissimo albergo mediante una ferrea volontà e con ingenti spese. Detto albergo è rinomato per l'ottima cucina e recentemente fu ampliato di belle camere e vasto salone di conversazione con pianoforte, bigliardo, bagni e servizio di telegrafo.
A questo albergo ebbe eccellente ristoro e solenni accoglienze la Regina Margherita, quando vi saliva nell'autunno del 1887. Possa il signor Emilio trovare nella generosità dei ricchi signori un adeguato compenso alle fatiche ed ai sacrifìzi d'ogni specie, a cui dovette e deve sottostare.
In Premeno avvi inoltre il ristorante del Tornicco diretto dal sig. Carlo Perelli; vi sono osterie, dove al trattamento squisito corrisponde la modicità del prezzo. Un caffè e piccolo ristorante esiste pure vicino alla sorgente del Tornicco. Vi è un forno pel pane, una macelleria, non che varie posterie d'ogni sorta di generi commestibili.
Pochi a Premeno esercitano il mestiere di muratore, di scalpellino e di falegname. L'unico fabbro ferraio è Perelli Stefano, oriondo bensì di Premeno, ma abitante ad Albagnano. Fortunato lui, che ha trovato nel sig. Marmaglia un potente protettore!
L'arte del falegname vi è sostenuta con molto onore dal sig. Giovanni Brusa, fratello del sig. Emilio, quella del calzolaio dai signori Tamborini Luigi, Tamborini Carlo e Carelli Luigi. - Bravo sarto è il signor Tamborini Innocente; esperte cucitrici le signore Perelli Minetti Giovannina, Cerutti Ottavina Brusa, Caretti Margherita e Perelli Pelati Maria Tamborini. Tengono carri, cavalli e buoi pel trasporto I signori Giovanni Bosotti e Brusa Gerolamo.
Il carretto del sig. bottegaio Trincherini Carlo è continuamente in moto per provvedere a Premeno le cose più urgenti al vitto. Adempie l'ufficio di portalettere il signor Perelli Cippo Alessandro.
Lavori ingegnosissimi in legno, come sedili, tavoli, verande, ecc. eseguisce il sig. Perelli Paradisi Bartolomeo.
Arte nobile e di studio non comune è quella del giardiniere, e quest'arte a Premeno ebbe vari cultori col moltiplicarsi dei giardini. Il sig. Perelli Cazzola Luigi, già sindaco, diè prova di valentia non comune coll'educare nelle serre del giardino Perelli ora Pasta quella vaga schiera de' fiori, che poi di estate rallegrano la vista e profumano l'aria di soavi essenze. Vengono in seguito e sono particolarmente lodati I signori: Giovanni Cerutti, giardiniere di casa Frova, agrimensore e già conciliatore; Luigi Cerutti figlio del precedente, giardiniere di casa Marsaglia; Perelli Pelati Ferdinando, giardiniere di casa Bernardoni ed altri. I fiori più delicati e peregrini, mediante le loro assidue e intelligenti cure, si conservano a meraviglia.
Artigianato
Come forma di artigianato esiste la lavorazione del legno, specialmente nella frazione di Esio; si realizzano attrezzi per l'agricoltura come gerli (sciuvrun, sciuvratt, sciuvrate e gàule), rastrelli, cesti, cestini (cavagnit), taglieri, cucchiai fra cui la "masne" per mescolare la polenta.
Purtroppo con l'abbandono degli antichi lavori certi attrezzi non si fabbricano più, come la "penage", ovvero la zangola per fare il burro e quelle stupende formelle di legno intarsiato per modellarlo.
Altre forme di artigianato sono la lavorazione del rame, in minima parte della pietra, e del ferro battuto.
Attività Florovivaistiche
Le attività florovivaistiche sono abbastanza in espansione.
Fin dal secolo scorso Premeno vantava giardinieri esperti e valenti, grazie alla presenza dei numerosi e vasti giardini e parchi dotati di serre attrezzate, creati dai proprietari delle maggiori ville. Ora questa attività prosegue fiorentemente dando lavoro a parecchie persone.
Localmente si creano azalee, gerani, stelle di Natale ed altri fiori.
Fauna
Da alcuni anni sono presenti nei nostri boschi varie famiglie di caprioli, alcuni esemplari di cervi e parecchie volpi che frequentano sempre più spesso giardini e centri abitati; diffusi sono I rapaci notturni, I ricci e qualche vipera.